sabato 4 ottobre 2008

E Richelieu è diventato Roi Louis

Non ricordo chi per primo definì Luigi Frati come Richelieu. A noi questo soprannome non ci ha mai convinto. E se possiamo saccheggiare l'universo dumasiano (e ci sentiamo autorizzati, visto il nostro patronimico) descriveremmo il Rettore della Sapienza piuttosto come un moschettiere:
il carisma di un d'Artagnan, l'irruenza di un Porthos, i tratti di nobile generosità di un Athos, la spregiudicatezza di un Aramis.

Altro che porpora e scettro, qui si agita una piuma di guascone!

Qui chiudiamo. Ci vediamo da qualche altra parte. Grazie dell'attenzione.

Edmondo

venerdì 3 ottobre 2008

Titoli originali

Fumata bianca: Frati Rettore (almeno siamo i primi a scriverlo)

Ma cos'è la destra? Cos'è la sinistra?


In queste elezioni si fatica a cercare la sinistra e la destra se si esclude l'indagine clanica dei vari candidati e l'analisi delle loro lunghe e prestigiose carriere nell'agone della politica italiana. E questa incertezza, questa incapacità di riconoscersi parte politica non è solo segno dei tempi.
Per la Sapienza e per la sinistra - secondo noi - è qualcosa di più interno e che nasce dall'incapacità di ricucire lo strappo dopo l'ordalia feroce di 4 anni fa quando due candidati di sinistra (Orlandi e Guarini) si confrontarono per il rettorato.
A volte la sinistra fa presto a sussumere i suoi conflitti interni: solo "alleanza di potere" e " tradimento". E si va avanti così, fino alla prossima sconfitta.
Una politica di sinistra non si riconosce dalle parole d'ordine o dagli slogan e neanche dalle questioni di principio di "laicità" e "moralità" (pur importanti e meritevoli di difesa - anche drammatica) ma dai "blocchi sociali" che riesce a costruire intorno alle questioni che riguardano lo sviluppo e il benessere di un paese. Forse è un discorso sorpassato ma - visti i tempi - ci sembra quantomai attuale.

giovedì 2 ottobre 2008

Quei due click di troppo

Forse esageriamo a vedere tutto rosa dove dovremmo vedere anche i toni grigi e neri. Ma non ci sono i giornali per questo?
La vicenda del ritiro di Orlandi e Campanella e la persistenza dei loro nomi sui monitor delle cabine elettorali è un altro segno di vivacità e di colore su una vicenda che - normalmente - viene vissuta dall'università (da tutte le università) con sofferenza, rancori e polemiche astiose.
Tecnicamente le cose stanno così: questa elezione - a metà tra una votazione all'americana e una elezione di parrucconi della fine dell'ottocento - prevede la formula del ritiro della candidatura, un ritiro che naturalmente è un atto politico ma anche formale. I professori Campanella e Orlandi hanno, in data 30 settembre 2008, rinunciato alla propria candidatura esplicita. Quindi non era possibile - logicamente - togliere quei nomi dalla schermata. I candidati potranno esseri tolti solo alla eventuale prossima tornata elettorale.

Capite? Orlandi e Campanella sono presenti. Non chiedono voti. Stanno lì. Ci ricordano che la partita non si chiude con l'elezione di uno dei loro colleghi. Il futuro della Sapienza dovrà riguardare tutti.
Non devono più spiegare la loro lettera: adesso l'abbiamo capita.

mercoledì 1 ottobre 2008

Prepariamoci

Alcuni elementi ci fanno temere che nei prossimi mesi si riaprirà la stagione del "tiro al bersaglio" alla Sapienza. Sport praticato da lunga pezza e che ora potrebbe assumere nuovo vigore se l'obiettivo sarà incarnato anche dai protagonisti che si preparano a governarla.
Non è che possiamo farci molto ma è utile rifletterci da subito e decidere come affrontare la situazione. Per non dire poi: non ce lo saremmo mai immaginato.

martedì 30 settembre 2008

Forte perché autorevole

Frati e i suoi entusiasti sostenitori chiedono di chiudere con un risultato pieno questo secondo turno. Tra pochi giorni sapremo se l'elettorato provvederà ad accontentarli.
Ci pare che avere un rettore forte perché autorevole sia cosa diversa dal chiedere un candidato autorevole perché forte. Questa questione della forza è un "riflesso d'ordine" che questa campagna elettorale e Frati stesso non meritano. E' vero che questa posizione è stata fatta propria da molti docenti e da molte facoltà (guarda caso tutti quelli che non hanno partecipato al dibattito elettorale) ma non ci pare giusto che proprio questa idea costituisca la chiosa di questa bella esperienza.
Andate al voto dunque e portate con voi le vostre convinzioni. Non sarà il risultato di venerdì che cambierà il mondo.

lunedì 29 settembre 2008

Eppure il vento soffia ancora

Pare che il vento non sia un mero stormir di fronda. Continua a soffiare per il cambiamento di mentalità e di modo di intendere la partecipazione alla cosa pubblica.
Avallone e Marietti hanno scritto le rispettive dichiarazioni di rinuncia con la (per niente) scontata consapevolezza che non si è depositari di pacchetti di voto ma solo di idee e di proposte. Avallone può, a buon diritto, rivendicare di aver proposto nuove idee e nuove modalità di comunicazione e di confronto con elettori e candidati. Aggiungiamo noi: dopo di lui è stato tutto un fiorir di programmi dei 100 giorni, ruolo politico dell'università e del Rettore, attenzione sensibile alle questioni del lavoro universitario, tutti temi cari al professore e ripresi da tutti gli altri. E Marietti, a tutto questo, ha aggiunto anche lo stile brillante proprio del docente che vede con lievità tutto il mondo esterno avendone studiato parecchio i suoi meccanismi interni.
Orlandi e Campanella, magari con un linguaggio più accademico (e per noi più oscuro), ritirano la propria candidatura per proseguire il percorso per l’elezione del Rettore, al di fuori della competizione elettorale e scrivono di visione illuminata che serve per governare la complessità della sfida che ci attende.
In corsa quindi rimangono - se capiamo bene - Frati, Zuliani e Vestroni, quest'ultimo con l'obiettivo - del tutto condivisibile - di lasciare ancora spazio e tempo a ulteriori riflessioni che coinvolgano anche coloro che hanno nel frattempo ritirato la loro candidatura.

Update: [30.09.2008] Nei monitor delle cabine elettorali appaiono ancora i nomi di Orlandi e di Campanella

domenica 28 settembre 2008

Il marchese Condorcet si diverte

Dunque sarà Zuliani a sfidare Frati. Martinelli, coerente con l'impegno preso, voterà il suo co-concorrente precedentemente "battuto" alle elezioni primarie del raggruppamento de La Sapienza che vorremmo. Ancora una volta viene dimostrato il paradosso della democrazia: il sistema di votazione a maggioranza non è indipendente dall'ordine delle votazioni. Un paradosso che (a dirla tutta) potrebbe essere applicato anche agli altri docenti usciti dalle primarie.
Il professor Zuliani avrà qualche possibilità di vittoria? L'unico spiraglio possibile (ci pare) è nella conversione aritmetica di tutti i voti espressi dagli avversari di Frati e una "politica" di logoramento delle alleanze elettorali che hanno portato il successo del professor Frati. Due condizioni abbastanza improbabili. L'alta affluenza al voto rende il divario tra Frati e gli altri - se possibile - ancora più drammatico a meno di confondere la chiara indicazione dell'elettorato con delle palline di un pallottoliere da sommare aritmeticamente. Inoltre ci pare che Frati non rappresenti uno schieramento, un'alleanza da battere, semmai le alleanze sono tutte da costruire e rappresentano la grande opportunità di questi giorni.
Non capiamo l'ira del professore: il vecchio saggio cinese ci rammenta che è sempre meglio vincere che stravincere.

Tutti in piedi

Guardando avanti...

Campagna elettorale - Atto II

La campagna elettorale ha sfiorato livelli da political game. Comizi in piena regola, promesse elettorale a go-go, assetto seduttivo del professore-candidato. I giornali e i politici non ci hanno capito molto e forse anche qualche docente. Persino gli specialisti della statistica hanno pensato che l'alta affluenza potesse essere viatico per un risultato clamorosamente rovesciato a favore degli avversari di Frati, una prospettiva delusa dal risultato pieno del professore di Medicina.
Alcuni articoli usciti in questo periodo hanno provato a soffiare sul fuoco ma il vento soffiava da tutt'altra parte. Non ci siamo fatti mancare nulla, neanche una piccola dose di grillismo sottocutaneo che - per fortuna - non ha attecchito.
Si sono spalancate le porte alle istanze professionali, politiche, scientifiche e accademiche più diverse: ricercatori, donne, pacifisti, atenei federati e naturalmente studenti. A proposito di quest'ultimi, rileviamo che le corrispondenti rappresentanze di destra e di sinistra hanno cavalcato l'onda mediatica facendo un po' di guerrilla marketing.
Un dispaccio della UIL ci informò di votare Frati mentre la CISL lo invitò ad un impegnativo convegno. CGIL, COBAS e CISAPUNI non pervenute.

La civiltà è entrata nelle elezioni: centinaia di persone, sedute e rilassate, hanno aspettato che il computer calcolasse i voti. L'applauso finale per il vincitore del primo turno (né "liberatorio" né "cattivo" nei confronti degli avversari) è stato il giusto coronamento di questa grande giornata.
Grande confusione sotto il cielo quindi la situazione è eccellente.
Eleganti ritiri e voglia di andare fino in fondo. Tutte testimonianze del proprio impegno per l'università.

sabato 27 settembre 2008

A questo punto

A questo punto i 7 professori dovrebbero ritirare le proprie candidature e - tutti insieme - rendere omaggio alla gioiosa macchina da guerra del professor Frati.
La compagine anti-Frati (una categoria piuttosto metafisica) potrebbe esprimersi cliccando 'codice 0' (scheda bianca).
Risultato deludente? E' stato eletto un preside di Medicina (sai che novita!).
Ma l'importanza di queste elezioni non è nei risultati ma nel cambio di format nella ricerca della rappresentanza e del governo di una università. Che a questo cambio di format abbiano contribuito statistici, medici, fisici, ingegneri, chimici e psicologi del lavoro e non comunicatori, sociologi, scienziati della politica, architetti, economisti, giuristi, umanisti e filosofi è una questione a cui non sappiamo dare una risposta.
Ad ogni modo, lasciamoli riflettere e - per ora - godiamoci questo grande momento di democrazia.

Update [27.09.09]: Un comunicato AGI, pubblicato su yahoo.it, riporta la decisione di Avallone di ritirare la propria candidatura senza dare indicazioni di voto mentre Marietti e Martinelli orienterebbero i loro voti su Zuliani che ha deciso di correre contro Frati.
[h 21:30]: Marietti si ritira e augura Buon Rettore a tutti

venerdì 26 settembre 2008

A caldo

Sono i classici risultati che possono essere commentati a seconda di dove si colloca l'asticella: Frati ha sbaragliato i concorrenti ottenendo un consenso enorme, ha fallito l'obiettivo di essere eletto al primo turno. Orlandi è lontano da un risultato utile, ha ottenuto un successo clamoroso considerando la sua "lontananza" dal governo della Sapienza, Zuliani è stato premiato per il suo alto profilo manageriale, pochi voti per rappresentare un'alternativa, Avallone è il vero interlocutore/avversario di Frati, troppa distanza con il capo in testa...
E potremmo continuare.

Anche così si entra nella Storia

Il voto elettronico è meraviglioso. Questo sistema sta a quello tradizionale (matite copiative, rappresentanti di lista, estenuante conta dei voti, un esercito di scutatori, presidenti di seggio ecc.) come un pranzo in un ristorante confortevole sta ad un buffet in piedi (con - tra l'altro - l'ansia che qualcuno ti freghi le pietanze).
L'unica controindicazione è che - ovviamente - un seggio unico costringe ad allungare lo scrutinio (3 giorni e mezzo sono veramente tanti) con uno strascico inevitabile della campagna elettorale.
Per il resto è veramente un'altra cosa.
***
Ricordiamoci questi giorni, dovranno essere ricordati nelle storie elettorali di questo paese.

Update
: Le informazioni sul sito della Sapienza

giovedì 25 settembre 2008

La Sapienza invia segnali al paese

Un articolo finalmente interessante apparso sul Corriere della Sera di oggi a firma di Gioacchino De Chirico. La lettura dell'articolo ben si aggiunge a quello che abbiamo cercato di raccontare in questi mesi.
La Sapienza ha mandato segnali "corrispondenti" allo stato delle nostre università (un corpo accademico troppo avanti negli anni, la necessità di una direzione manageriale, troppa attenzione alle questioni di potere) ma, in queste elezioni, si colgono anche messaggi nuovi e di speranza: l'alta affluenza al voto, il tentativo di rianimare un corpo intorpidito e di riportare elementi di partecipazione. La differenza potrebbe farla la comparsa di stili personali che potrebbero corrispondere a stili di governo diversi.
Che la Sapienza stia inviando segnali alla società civile è anche una nostra convinzione.

L'articolo completo [Corriere della Sera "La Sapienza, la differenza è nello stile" 25 settembre 2009]

In riferimento alla nota del...

Da un volantino
(...) Nella panoramica dei candidati che si sono proposti a Rettore la UIL PA-UR identifica nell'attuale Prorettore Vicario Prof. Luigi Frati la personalità rispondente alle caratteristiche sopra menzionate e, quindi, la figura giusta, nel momento giusto, da porre al vertice della Sapienza per realizzare l'ambizioso e moderno programma elettorale proposto. (...)
Il Segretario Generale di Ateneo Aldo Simeoni (16 settembre 2008)

Cercasi autorevole esponente comunista

I responsabili universitari dei partiti di Rifondazione Comunista e del Partito dei Comunisti Italiani (Fabio de Nardis e Vito Francesco Polcaro) firmano un comunicato dove si aspettano che i candidati esprimano il loro giudizio critico sul progetto di dismissione dell’Università pubblica proposto dal Governo e non “governance” (= autorità, dominio, direzione d’azienda), di Università come "holding", di "mission", di "prestigio internazionale".
Non è che da queste parti si trova un autorevole professore del Partito dei Comunisti Italiani che possa spiegare ai compagni di cosa si è parlato in questa campagna elettorale?

mercoledì 24 settembre 2008

Cherchez la femme

Risposte di alcuni candidati alla lettera di alcune docenti pubblicata sul Forum (La Sapienza delle donne?). Pensavamo che i gender studies fossero materia più per il professor Ratzinger che per il professor Frati.
Ma ammettiamo la nostra ignoranza e la nostra confusione.

Rispetto delle regole e esercizio della democrazia

Nessuno ci accusi di praticare la tecnica degli opposti estremismi, ma dobbiamo segnalare - dopo le personali perplessità di fronte al sit-in di protesta degli studenti del movimento - un'altra iniziativa degli studenti: i giovani di AN denunciano la falsità di queste elezioni (il comunicato del Coordinamento di Azione Universitaria di Roma) . Anche in questo caso (senza entrare nel merito della denuncia) rileviamo che, contestare nientedimeno che la legittimità di un voto a urne aperte, sia una pratica a dir poco insolita e grave. Anche in questo caso non vorremmo che considerazioni di carattere "mediatico" (approfittare dell'interesse dei giornali di questi giorni) abbiano prevalso sulle procedure consuete di contestazione su "eventuali omissioni o indebite inclusioni che risultino nell’elenco" previste dal Regolamento Elettorale. Insomma, siamo sempre lì: rispetto delle regole e sereno esercizio della democrazia. Tutto qui.

Update [25.09.08]: Massimo Giusti dell'Ufficio stampa dell'On. Fabio Rampelli ci scrive: Azione Universitaria non ha fatto ricorso alla commissione elettorale, soltanto una denuncia a mezzo stampa. Cordiali Saluti

lunedì 22 settembre 2008

A 24 ore dal voto

Con un certo disagio leggiamo della protesta di domani da parte dei gruppi denominati Anomalia Sapienza, Rete per l’Autoformazione, Coordinamento dei collettivi contro la manovra del governo e per chiedere ai candidati l'impegno di bloccare la didattica.
Saremo degli inguaribili liberali ma non ci piace l'idea che un atto democratico come le elezioni sia proscenio di una manifestazione politica. Comprendiamo l'occasione situazionista ma pensiamo che la liturgia democratica ne debba essere risparmiata. La questione non è stabilire la legittimità del voto (che tra l'altro gli studenti non contestano assolutamente): quando un "popolo" (cittadini, lavoratori, elettori, scegliete voi) va al voto liberamente, la "politica" si deve fermare. L'elettore deve avvicinarsi alla cabina elettorale con la massima serenità e con la gioiosa consapevolezza di fare qualcosa di importante.
Credo che questo sia anche il significato del "silenzio elettorale", silenzio che qualche candidato ha deciso di ignorare, forse pensando che fosse una pratica desueta e anacronistica.

venerdì 19 settembre 2008

Il Magnifico Rettore

A volte in una fotografia è importante quello che viene escluso alla vista. E nella foto di questi giorni, affollata di personaggi, non c'è il prof. Renato Guarini.
Oggi si parla comunemente di orgoglio e collegialità nelle decisioni, molti hanno ri/trovato la forza per reagire alla curiosa conventio mediatica tesa ad attaccare la più grande università italiana.
Il merito di tutto questo - per molta parte - è del professor Guarini.
Ricordo una delle prime apparizioni pubbliche, una manifestazione a favore della comunità felina della Sapienza. Ammetto di essere rimasto un po' perplesso, poi capii. Un rettore deve essere vicino, nello stesso tempo, ai docenti e studenti gattari e al superpotente barone portatore di finanziamenti, di voti e di prestigio.
Indomito nel perseguire il senso di comunità e identità della Sapienza non è indietreggiato di un millimetro neanche di fronte ad accuse che avrebbero fatto tremare un Mahatma.
Poi c'è l'invito al Papa, sul quale abbiamo già scritto. Si disse che fu un errore di comunicazione, un errore politico, un'ingenuità. Forse. Non possiamo però non ricordare che tra i nostri laureati vantiamo già un Papa dell'era moderna (Giovanni Paolo II) e che quando nel 2000 si celebrò il più grande e solenne evento della cristianità in una università pubblica nessun appello, nessuna voce - neanche sussurata - si alzò per affermare la laicità del sapere.
Non siamo neanche lontanamente in grado di giudicare l'operato del professore, pensiamo solo che la storia si incaricherà di dimostrare che Renato Guarini è stato un grande Rettore.

***
Un suggerimento per tutti i candidati: ricordate che le vittorie sono di tutti ma le sconfitte sono unicamente vostre. Lo sapete, ma è utile ripeterlo.
***
Update: Intervista al Corriere della Sera "Il governo trascura la ricerca" [21 settembre 2009]

Appunto... gli elettori

A questa altezza la campagna elettorale ha detto tutto quello che aveva da dire. Ancora un altro comizio, un altro enfatico "vi prometto che, se sarò eletto..." e il livello di saturazione degli elettori raggiungerà il massimo. E' evidente che chi ha deciso non cambierà idea e chi ha scelto di "stare alla finestra" continuerà a farlo.
Ci pare che Orlandi sintetizzi bene la situazione: rilancia sul forum e (sul blog) i suoi proponimenti e, incalzato da Daniele Pluchino di unimagazine.it su possibili alleanze, risponde: dopo la prima votazione, si determineranno le condizioni perché si ricomponga il quadro… [...] …Vediamo. Dipende molto dagli elettori.

giovedì 18 settembre 2008

L'alba di un mondo nuovo

Accantoniamo - per un momento - la verve polemica di Asor Rosa. Dal punto di vista della politica accademica, il ragionamento del professore non fa una grinza (d'altra parte ci saremmo stupiti del contrario). Da una parte ci sono i candidati che rappresentano la continuità con la precedente gestione (Avallone, Marietti e sopratutto Frati) e poi ci sono gli altri: Campanella, Martinelli, Orlandi, Vestroni e Zuliani. La fredda logica elettorale dice che chi prende più voti vince. Per battere Frati occorre contrapporre un'asse altrettanto formidabile del suo: Scienze e Ingegneria. Tradotto in "numeri": i voti del Presidente dell'AST (Guido Martinelli) e quelli del Preside di Ingegneria (Fabrizio Vestroni). Intorno a quest'asse è possibile costruire il consenso delle altre facoltà e degli altri candidati esclusi dal patto.
Cosa non funziona in questo ragionamento? L'impressione che questo elettorato esprima un'articolazione più ricca e più politica di quanto lo scaltro accademico intuisca e denunci.
Il giudizio sulla precedente gestione Guarini non è così netto. Giudizi positivi e negativi sono equamente distribuiti sia tra chi ne faceva parte, sia tra chi ne è stato - magari brutalmente - escluso. Ascoltate e leggete le risposte dei candidati a questo proposito (credeteci i docenti non sono usi praticare la cortesia istituzionale quando si tratta di giudicare i loro colleghi).
Le istanze dei vari candidati e l'astensione attiva di molte facoltà dimostrano che le promesse e gli scambi elettorali sono molto più fluidi e da definire.
Poi magari gli scrutini brutalizzeranno/semplificheranno tutte le opzioni - ma, per adesso è così, ed è - per la Sapienza - un bene.
Update:
Leggiamo dal Manifesto che nei test per le professioni sanitarie veniva citato un articolo del prof. Asor Rosa. Naturalmente questo articolo e la replica di Frati, non c'entrano nulla con l'intervista di Repubblica di ieri. Credo.

mercoledì 17 settembre 2008

Silenzio. Parla Asor Rosa

Affondo polemico di Asor Rosa sull'attuale alleanza di potere alla Sapienza: l'importante è non far diventare rettore Frati e tutti quelli che segnano (e rivendicano) la continuità con l'attuale gestione. Il professore auspica un'alleanza tra Martinelli e Vestroni. Ora, chi glielo dice a Orlandi di rinunciare alla candidatura e a Zuliani il tandem elettorale con Martinelli?

Era così semplice!

Dunque, Frati vorrebbe fare il colpaccio e ottenere il quorum al primo scrutinio ma non ha fatto i conti (con di Repubblica).
Nell'articolo pubblicato oggi, con grande precisione e piglio assertivo - che un po' scema man mano che si legge l'articolo, ci informano che:
a Medicina centinaia di persone (!) hanno dichiarato di non votare il preside Frati (meglio, hanno professato il loro dissenso). Altri votanti (decine? centinaia?) - nel segreto dell'urna - non lo voteranno.
A Scienze il voto si divide tra Martinelli e Campanella (che tanto si accorda con chi è in pole position) e Avallone che prende i voti anche di Psicologia 1 e Psicologia 2, ma - non si esclude - che anche piccoli gruppi di Ingegneria siano orientati per Frati, Avallone e Zuliani. Quindi, tolto questo "piccolo gruppo" di ingegneri, il resto voterà i colleghi della facoltà: Marietti, Orlandi e (la maggior parte) il preside Vestroni.
Il resto (Architettura, Giurisprudenza, Sociologia, Scienze della comunicazione e le facoltà di area umanistica votano Zuliani (presumibilmente afferma Repubblica), ma decideranno dopo il primo scrutinio. Zuliani conterebbe sulla presuntiva adesione di queste facoltà ed è forte a Statistica ed Economia (anche se le misure sono assolutamente difficile (sic!) da quantificare ammette il giornalista).
Non è finita. Ci sono i voti trasversali, cioè quelli che votano per libero convincimento e per aver letto semplicemente i programmi: se così fosse, tutto questo conteggiare "per facoltà" sarebbe inutile. Come leggere questo articolo.

martedì 16 settembre 2008

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il prof. Bartolomeo Azzaro ci invia il Documento dei ricercatori dell'università La Sapienza per le elezioni del nuovo Rettore (Bozza da approvare nella Assemblea dei Ricercatori del prossimo 17 settembre 2008) . Per agevolarne la lettura abbiamo pubblicato il documento insiema alle prime risposte dei candidati.

Bene comune

La CISL Università organizza un convegno per discutere del rapporto tra istituzione universitaria e bene comune.
Tra gli altri invitati il Prorettore Lugi Frati. A una settimana dal voto.
La notizia sul sito della Sapienza e sul sito della Cisl.

Il personale tecnico amministrativo del dipartimento di Ingegneria strutturale e geotecnica dove il prof. Vestroni è stato direttore, pubblica - sul sito "elettorale" del professore - un panegirico.

Il "Coordinamento dei Ricercatori della Sapienza" (non abbiamo trovato il sito web - per favore segnalatecelo) scrive una lettera (non abbiamo trovato il contenuto) ai candidati e Avallone, Orlandi e Martinelli/Zuliani rispondono.

Orlandi risponde ad una "lettera di sostenitori di Frati" Cito: che purtroppo si sostanzia soltanto in un attacco alla mia persona, fondato su una vetusta leggenda ...

Alla fine ne rimarrà uno solo

Praticamente un incontro al giorno. Tutti i candidati in rigorosa par condicio comiziano e concionano programmi e proposte.
Nella loro lunga carriera accademica non sarà sicuramente la prima volta che si cimentano con la raccolta di consenso e con la conta dei voti ma forse, per la prima volta devono confrontarsi con un ruolo e un compito politico.
I motivi sono noti: la necessità di rassicurare gli Atenei federati nella loro orgogliosa richiesta di autonomia, l'impronta collegiale lasciata in eredità dal precedente rettore (con l'inconsueta e non istituzionale formula di governo della Sapienza) , il quadro politico che richiede un impegno costruttivo e di contestazione alle proposte governative.
Gli otto candidati sono l'espressione più vivace e propositiva del corpo accademico. Tutti ammettono che i programmi sono molto simili. I problemi dell'università in generale, e della Sapienza in particolare sono enormi. Tre condizioni che sembrerebbero condannare tutti i candidati a collaborare con il collega eletto.
Una domanda che andrebbe fatta ad ognuno di loro:

Se non fosse lei a essere eletto e il Magnifico Rettore (o il professore con maggiori chance di vittoria) le chiedesse di collaborare, lei accetterebbe - e se sì, a quali condizioni?
***
Naturalmente questa domanda potrà essere fatta se e solo se, la campagna elettorale continuerà con il fairplay che l'ha contraddistinta senza incrudelimenti repentini.

lunedì 15 settembre 2008

Sapienza e la crisi della CRUI

Quando finalmente sapremo chi guiderà la Sapienza per i prossimi 4 anni conosceremo anche il nome di chi siederà negli scranni della Conferenza dei Rettori dell'Università Italiane (CRUI). La crisi dell'università, il suo futuro incerto, i segnali di delegittimazione (il termine è troppo "forte"?) dell'istituzione rappresentativa degli atenei italiani sottopone il Magnifico Rettore anche a questo ulteriore impegno. E il professore eletto avrà di fronte due scelte: rafforzare il ruolo istituzionale e di rappresentanza rilanciando una concreta capacità di influire sullo sviluppo del sistema universitario oppure abbandonare a se stessa questa istituzione attraversata dall'istinto del "si salvi chi può" e dall'idea che la diversità e l'autonomia delle varie realtà rendano impossibile parlare di "sistema delle università italiane".

Sarebbe quantomeno ingeneroso chiedere ai candidati di prendere posizione pure su questo. I candidati sono ormai costretti a prendere posizione praticamente su tutto: dalla ricerca bellica alla finanziaria, dai progetti edilizi a quelli informatici, dal reclutamento dei ricercatori alla nozione - nientemeno - del bene comune - potenza della democrazia!

Eppure qualche indicazione la possiamo cogliere, almeno da quei professori che si sono espressi direttamente o indirettamente. Ad esempio Frati che, nel lamentare lo scarso peso della qualità della ricerca scientifica negli indicatori per la definizione dei finanziamenti (qui il capitoletto completo) richiama
un’azione decisa in ambito Conferenza dei Rettori.
Maggior peso della Sapienza nelle decisioni della CRUI è la posizione di Orlandi. Nell'intervista a uniroma.tv (qui il video completo) il professore descrive una situazione in cui il Rettore assume un ruolo di "rappresentanza politica", un potere "presidenziale" in grado di giocare un ruolo politico anche nei confronti della CRUI "dove la Sapienza è stata sempre assente".
Avallone intervistato (qui il video completo), dichiara che di fronte al quadro politico mutato, il disagio e la mancanza di risorse rendano impossibile affidare alla sola mediazione della CRUI la "voce della Sapienza".
Crediamo che queste posizioni rappresentino - abbastanza fedelmente - lo spettro delle opinioni dei docenti della Sapienza su questo argomento; il futuro della CRUI e il suo ruolo nel paese sarà determinato anche da quel docente che indosserà l'ermellino insieme ai suoi pari. Tra pochi giorni.

venerdì 12 settembre 2008

Impennata pacifista nel dibattito elettorale

La campagna elettorale sembrava ormai scivolare nel rastrellamento a tappeto di voti "pesanti" e "decimati", quando Marco Balsi, un ricercatore del dipartimento di Ingegneria Elettronica, irrompe nel dibattito invitando i Rettori ad una riflessione sulle finalità della ricerca scientifica. Il ricercatore pubblica la lettera sul forum Sapienza, su un blog (dei Cobas?) e su Peacelink. Balsi pone ai candidati rettori un problema etico e sociale non da poco:
come intendete, se eletti, orientarvi rispetto alle attività di ricerca di diretto interesse militare svolte dai nostri dipartimenti.
Marco Balsi ricorda un comma
che fino a poco tempo era contenuto nello schema-tipo di contratto di ricerca in conto terzi della nostra Università e che recitava: “Le parti, inoltre, si impegnano a non utilizzare i risultati ottenuti per fini bellici”. Questa frase è oggi scomparsa dal modello
Chiede
che la nostra Università faccia una chiara scelta etica di astensione dal collaborare alla progettazione e realizzazione di armamenti, specialmente quando si tratta armi così odiose come le bombe cluster.
La prima risposta è di Orlandi che condivide l'importanza del tema e ricorda che
il Regolamento per il conto terzi, tuttora vigenti, continuano a prevedere esplicitamente tale esclusione (rispettivamente all’art. 14 e all’art. 3, punto h). Quindi, l’esclusione del comma nella bozza di contratto violerebbe anche tali norme interne della Sapienza.
e prende questo impegno:
Se dovessi diventare Rettore, ovviamente porrei la massima attenzione al rispetto di tale esclusione e ad una corretta e coerente stesura di tutti gli atti amministrativi di interesse.

mercoledì 10 settembre 2008

A domanda risponde

Uniroma.tv ha realizzato un interessante servizio giornalistico sul web. Una bella intervistatrice (forse un po' troppo algida, forse intimidita dal gravoso compito) ha posto 6 domande agli 8 candidati. Le domande erano:
  1. 3 punti chiave del suo programma
  2. Cosa distingue il suo programma dagli altri
  3. Cosa ne pensa delle Fondazioni di diritto privato?
  4. Il Rettore: monarca, guida o primus inter pares?
  5. Cosa promette agli studenti
  6. Una critica alla gestione di Guarini
Se avete un'oretta e mezza libera dategli un'occhiata. Sono interessanti.

lunedì 8 settembre 2008

Mandami una cartolina


Segnaliamo questa iniziativa di Avallone: un esperimento di ascolto e confronto con le persone che lavorano e studiano alla Sapienza e per sfidare quella mentalità che vede nelle elezioni del Rettore un fatto soltanto politico, autoreferenziale e distante dalle persone.
I dettagli dell'iniziativa sul sito di Avallone.
Update: Il professore, se eletto, si impegna a chiamare gli autori per approfondire i suggerimenti proposti.

venerdì 5 settembre 2008

Cartello anti Frati?

Il Messaggero pubblica due articoli sulle elezioni del rettore, uno a firma Anna Maria Sersale e l'altro firmato da Veronica Cursi. Quest'ultima riporta il serrato dibattito tra gli studenti dell'Unione degli universitari che animano infuocate assemblee per decidere chi sostenere tra i candidati mentre un portavoce dei collettivi rilascia una dichiarazione sul giornale per l'astensionismo. Rileviamo - purtroppo - che di questo dibattito non vi sia traccia sul web (almeno noi non l'abbiamo trovato) ed è ben curioso considerando che dei "baroni" riusciamo a conoscere opinioni e dibattiti. Una ricchezza di informazioni in grado di alimentare questo blogghettino con frequenza praticamente quotidiana. Alla faccia di chi considera i nuovi mezzi di comunicazione appannaggio solo dei giovani.
Ma nell'articolo ricaviamo anche due notizie/suggestioni interessanti. La prima è il tentativo di alcuni atenei federati di ridurre il numero dei candidati. Immaginiamo che l'articolista si riferisca alla lettera dei tre atenei di cui abbiamo dato notizia e rilanciato una nostra opinione. L'altra suggestiva idea è che dietro al folto numero di candidati si sia voluto creare una sorta di cartello contro il favorito prorettore vicario. Abbiamo sempre escluso questa ipotesi cercando di cogliere in questo florilegio di candidature motivazioni se non più nobili sicuramente meno machiavelliche. Se fosse vero dovremmo toglierci tanto di cappello a questi docenti che con una trama degna dei Vicerè metterebbero in difficoltà un loro lanciatissimo collega. A voi decidere se, considerare questa ipotesi come una stupidaggine, significhi sottovalutare o sopravalutare il nostro corpo accademico.
Infine registriamo che si sono aperte speranze per un nuovo duello, sfiorito quello Frati - Martinelli e il momento di Frati - Orlandi.

Sindacati e candidati

Ieri ci siamo andati giù duro con i sindacati della Sapienza che hanno scelto - per ora - il silenzio riguardo le proposte e le sollecitazioni emerse nella campagna elettorale.
Cosa deve fare un sindacato quando sono in gioco il futuro delle imprese e dei lavoratori è un tema attualissimo (vedi la vicenda dell'Alitalia), e ognuno di noi può avere le sue legittime idee. Quello proprio che non si deve fare è scegliere di non scegliere, di abbandonare i propri iscritti (e il personale in generale) soli nel cercare di decriptare i segnali e le proposte dei candidati. Tra l'altro - a quest'ultimi - va riconosciuta una certa sensibilità e attenzione al tema della contrattazione. Se proprio non si ha il "manico" nel dire la propria, si abbia almeno la cortesia di rispondere quando il candidato chiama in causa direttamente il sindacato.
A questo proposito citiamo i passaggi di quei programmi elettorali che citano chiaramente le rappresentanze sindacali.

Avallone - ad esempio - propone la ristrutturazione dell'Amministrazione centrale (in 3 mesi) e il potenziamento degli atenei federati (6 mesi). Per attuare gli ambiziosi progetti inserisce anche le necessarie consultazioni sindacali. Secondo Avallone all'Amministrazione ristrutturata e snellita spetterebbero i rapporti con il sindacato e la contrattazione decentrata.

Campanella, nel capitolo dedicato significativamente al Ricambio generazionale, attenzione ai giovani ed alle fasce più deboli propone (senze entrare nei dettagli) il potenziamento della contrattazione.

Frati ricorda che lo Statuto dell’Università stabilisce l’unicità di contrattazione decentrata a livello di Università [non di Ateneo federato…], e prosegue: la valorizzazione non può dipendere solo dalla valutazione personale-monocratica del dirigente di settore, ma essere inquadrata all’interno di criteri obiettivi predefiniti per tutta l’Università. Il professore asserisce che
In quest’ultimo triennio si è data applicazione a tutti gli obiettivi-accordi di contrattazione decentrata ed all’assegnazione di personale ai vari centri organizzativi-di spesa. L’identificazione di specifici indicatori di risultato, concordati con le organizzazioni sindacali, ha inserito l’azione amministrativa nella politica generale di “oggettività” di valutazione.
Orlandi sembra di parere contrario quando scrive di ritenere assolutamente indispensabile:
imprimere una svolta nelle relazioni sindacali al fine di attuare un sistema di rapporti improntato stabilmente alla logica del confronto, a partire dalla piena applicazione degli accordi stipulati in sede di contrattazione collettiva. Ciò significa la scelta prioritaria e irrinunciabile di effettuare nei tempi previsti l’apertura dei tavoli di confronto e di contrattazione, lo svolgimento delle trattative e la stipula degli accordi, superando i comportamenti di rinvio o di dilazione che hanno caratterizzato l’esperienza passata.
e, in generale, chiede di
Sviluppare iniziative dirette al coinvolgimento del personale tecnico-amministrativo, a partire dai necessari interventi di formazione e dal confronto con le organizzazioni sindacali, nella piena valorizzazione delle sedi previste dalla contrattazione collettiva.
Vestroni chiede un continuo confronto con le con le rappresentanze del personale e chiede attenzione al mantenimento e miglioramento degli attuali livelli stipendiali legati al salario accessorio.

Fonti

Programmi elettorali pubblicati sul sito della Sapienza

Update:

La UIL PA-UR vota Frati (16 settembre 2008)

giovedì 4 settembre 2008

Classifiche: Vestroni fa un po' di chiarezza

Segnalo questo articolo di Vestroni sul Forum. Il professore si incarica di fare un po' di chiarezza sulla tormentata questione delle classifiche nazionali e internazionali. Se ne sentiva il bisogno: la questione delle graduatorie stava diventando una sorta di idola tribus sganciato dal metodo scientifico che dovrebbe contraddistinguere l'approccio ai problemi e dal merito politico da adottare per modificare i dati negativi emersi nell'istituzione universitaria. Buona lettura.

Sindacato in apnea

Non si capisce perchè, ma ad ogni appuntamento elettorale per il rinnovo della carica di Magnifico Rettore i sindacati si inabissano. I "rappresentanti dei lavoratori" rimangono in apnea incapaci di prendere l'occasione per le loro rivendicazioni e le loro richieste.

"Non si possono sostenere (o contrastare) candidati che potrebbero rappresentare la nostra controparte"

Una motivazione (permettetici) un po' stupida e un po' ipocrita. Stupida perchè sono 60 anni che i sindacati si confrontano con le elezioni e con il potere politico. Il sindacato è sempre riuscito a tenere distinto e autonomo il proprio ruolo "politico" da quello "dei partiti" (una distinzione dovuta alla capacità dei primi dirigenti del Sindacato - ma è un discorso che ci porterebbe lontano). Un po' ipocrita perchè nel "silenzio" tutti ci sentiamo autorizzati a immaginare chissà quale accordi e quali "scambi" con questo o quel candidato.

Non è uno scandalo riconoscere appartenenze e ispirazioni sindacali dei vari candidati. La "tessera sindacale" non si trasforma automaticamente in "consenso" degli altri iscritti al sindacato. La categoria del "seguace" come quella del "traditore" è - per fortuna - alle nostre spalle. Si può discutere nel merito e nel metodo con laicità e trasparenza senza il timore di chissà quale trappola.

Non è possibile leggere di proposte su ristrutturazioni delle piante organiche, di ridisegno dell'Amministrazione (per non parlare del ridimensionamento delle risorse finanziarie) senza che il sindacato faccia sentire la propria opinione e la propria proposta. Stare alla finestra (in una casa che rischia di crollare) non è mai una buona politica.

Update: La UIL PA-UR vota Frati (16 settembre)

mercoledì 3 settembre 2008

Atenei federati

Nessuna reazione visibile alla lettera dei tre atenei federati. La cosa non ci sorprende. Come i commensali che si attardano a fare i brindisi mentre gli altri ospiti lasciano il banchetto per raggiungere la sala dove si fuma, così gli estensori del documento sono intervenuti in ritardo rispetto al livello raggiunto dal dibattito. Perché i candidati, sugli atenei federati, molto hanno detto e scritto.
Una voce critica sull'andamento della costituzione degli Atenei federati è quella di Campanella che chiede:
(...) ritocchi in corso d’opera, al fine di rimediare alcuni errori nella fase di costruzione, ed una verifica a tempo. Il risultato di quest’ultima potrebbe anche essere tale da dover rinunciare all’intera operazione.
mentre all'estremo, la posizione di La Sapienza che vorremmo (Martinelli - Zuliani)
non dovrebbero essere precluse alternative all’attuale disegno istituzionale, fino a quella dell’effettivo distacco degli atenei federati, istituiti in numero limitato e sulla base di un fondato progetto culturale, i quali potrebbero rimanere in rete e mantenere la comune intitolazione di Sapienza, opportunamente qualificata;
Sapienza Innova (Frati) polemizza direttamente con queste ipotesi estreme, richiamando il modello parigino contro il modello UC (Università della California) :
L’accenno da parte di taluno [lasapienzachevogliamo] (sic!) a possibili secessioni di Ateneo federato non è condivisibile (porta al frazionamento del tipo parigino, con nessuna di quelle università in buona classifica internazionale) e può nascondere l’incapacità di darsi regole concrete per l’attuazione degli Atenei federati, regole che hanno trovato l’ostacolo della mancata chiarezza sulla governance (regole, indicatori, valutazione, etc.)
Chi ha già in mente un percorso di lavoro (e pure i tempi - 6 mesi dall'insediamento del futuro rettore) è Avallone:
presentazione, da parte del governo della Sapienza, di un progetto di organizzazione degli Atenei federati da costruire insieme con gli Atenei;
dibattito pubblico e presentazione di modifiche e integrazioni;
consultazione sindacale;
definizione del progetto da sottoporre all’approvazione degli organi collegiali.
Vestroni ha le idee chiare di quello che deve rimanere al centro: Grandi Attrezzature, le Ricerche Interdisciplinari, le Eccellenze, l’Area Informatica, il Sistema Bibliotecario, i Grandi Appalti, l’Edilizia, l’Internazionalizzazione, il Patrimonio Museale. Un clima competitivo tra gli Atenei non lo preoccupa, anzi se esso sarà ispirato comunque ad un rapporto di collaborazione e di solidarietà, garantito proprio dagli indirizzi condivisi della Sapienza, avrà il senso di un reciproco stimolo.
Marietti ritiene che siano gli Atenei federati i primi destinatari delle poste di bilancio. Essi completeranno l'attribuzione ai diversi centri di spesa in loro autonomia. Marietti distingue tra autonomia e sovranità e rimanda l'individuazione delle prerogative che debbono rimanere al centro e quelle che devono essere delegate.
Orlandi, a cui va riconosciuto il merito di essersi occupato della materia fin dagli albori, giudica indilazionabile completare il processo di decongestionamento, che a tutt'oggi - scrive - stenta a decollare. Orlandi ritiene necessario riaccendere gli entusiasmi, ormai delusi dai troppi indugi e dall'inattività che si stanno subendo.
***
Naturalmente queste note sono solo dei frammenti di idee e di opinioni. Le posizioni sono molto articolate e dettagliate. A questo proposito vi invitiamo ad approfondire le questioni leggendo i programmi elettorali pubblicati sul sito della Sapienza (in PDF) oppure nel nostro spazio dedicato ai programmi in formato HTML.

lunedì 1 settembre 2008

È il momento degli Atenei federati

Tre atenei federati su cinque decidono di presentarsi all'elettorato e ai candidati come soggetto politico. Un documento firmato dai tre presidenti (prof. Salvatore Dierna, prof. Carlo Angelici e prof. Roberto Palumbo) pone l'attenzione su tre questioni piuttosto delicate: le materie di competenza della Sapienza, la disponibilità autonoma del personale e l'autonomia di bilancio. Il documento richiede l'attenzione sui punti programmatici proposti tanto più rilevanti poichè provengono da Atenei che hanno rinunciato a porre una esplicita candidatura. Argomento di per sé deboluccio: nessun candidato è candidato di Ateneo (neanche il Presidente dell'AST Martinelli - ci pare - a posto la sua candidatura in questi termini) e questo
il prossimo Rettore deve essere eletto da una maggioranza ampia così da esercitare il proprio mandato, all'interno ed all'esterno dell'Università, con la massima autorevolezza. Occorre quindi evitare il rischio di contrapposizioni che conducano di nuovo ad elezioni vinte a stretta misura.
rischia di essere interpretato come una chiara dichiarazione di voto per Frati, una riproposizione in salsa accademica del 'voto utile'.
Il problema è che le contese accademiche non possono essere regolate con le categorie classiche della politica (un errore - secondo noi - commesso da La Sapienza che vorremmo) . La democrazia accademica si esercita con un volto e un nome intorno al quale si riconosce la corporazione (di facoltà, di dipartimento e - forse - di Ateneo). Gli accordi, le alleanze, gli spostamenti di voto, gli aggiustamenti programmatici sono parti costituenti degli scrutini. Una cosa che, per fortuna, gli 8 candidati hanno capito bene.

Passione, creatività e entusiasmo

Pubblicato sul suo blog (non ancora e nello spazio dedicato ai programmi elettorali sul sito della Sapienza) il lungo documento di Gianni Orlandi, sesto (in ordine alfabetico) candidato alla carica di rettore. Il lungo e dettagliato programma elettorale è prefato da una lettera diffusa anche sul forum. Il professore riconosce una sostanziale affinità dei programmi dei vari candidati e ne valuta la positività. Occorre, però, affinare, arricchire gli obiettivi programmatici, in corso d’opera, sulla base dei risultati che di giorno in giorno realizzeremo, come esito di un confronto continuo, costruttivo perché capace di operare scelte e di realizzarle (...).
Forse proprio a causa di questa omogeneità, il professore cerca di imprimere una carattere più "alto" alla contesa richiamando un campo semantico fin'ora sconosciuto agli altri candidati: entusiasmo, passione, creatività, vivere bene, intelligenza critica...fino ad evocare il sogno di realizzare la Sapienza, come luogo principe di formazione e trasmissione della conoscenza e come riferimento culturale per le grandi scelte strategiche del territorio e del paese. Inseguire il sogno contro lo scoraggiamento o la stanchezza che talvolta ci possono contagiare, contro la tentazione del disimpegno che a tratti ci può attraversare, contro il senso di sfiducia e la delusione che di tanto in tanto ci colgono, scendiamo tutti in campo con un impegno rinnovato.

domenica 31 agosto 2008

Politici prendete appunti!

C'è del genio negli assiomi di Frati nel definire i suoi intenti e la sua attività.
Alla domanda di unimagazine.it:
[Unimagazine] Cosa risponde a chi la definisce un potente barone che ha saputo costruire la sua rete garantendosi l'eterna riconoscenza di molti colleghi?
[Frati] In una facoltà come quella che dirigo, composta dal 1000 persone, dei favori potrei farli a 50 di loro, ma dovrei avere i loro 50 voti e l’ostilità degli altri 950; se invece succede esattamente il contrario significa che da Preside e da Prorettore ho lavorato con l’obiettivo del miglior funzionamento del sistema.
Una risposta che contiene insieme l'orgogliosa autoconsapevolezza del proprio valore e il riconoscimento della cruda realtà dei sistemi fondati sul consenso. I politici, soprattutto di questa generazione, sono lontani mille miglia da queste certezze e inseguono pavidamente sondaggi d'opinione e maître à penser supponenti.

martedì 26 agosto 2008

Il mito, la ripetizione e il doppio

Intorno ai professori delle materie scientifiche, soprattutto se colti e brillanti, nasce un'aneddotica legata a motti e frasi sentite a lezione. E' una delle espressioni più genuine di affetto e di rispetto che gli allievi tributano al Maestro. Una "regola" prevede che il professore non sveli di conoscere di essere oggetto di questa affettuosa attenzione: la distanza tra il "mito" e i suoi corifei deve essere mantenuta. Marietti decide di trasgredire questa regola e ci segnala come cercare i blog degli studenti a lui dedicati. Se Marietti decide di rivolgersi direttamente e confidenzialmente agli studenti con il diritto di voto, il duo Martinelli - Zuliani propende per la ridondanza e il "doppio": sul Forum Sapienza il documento de la Sapienza che vorremmo dedicato agli studenti è pubblicato 2 volte, uno a firma Martinelli e uno a firma Zuliani.

sabato 9 agosto 2008

Orgoglio e classifiche

Il professor Giuseppe Strappa affida al Corriere della Sera alcune riflessioni sul presente e sul futuro della Sapienza. Il professore ribadisce un cliché ascoltato parecchie volte nell'università: la bassa posizione nelle classifiche (ieri quella cinese, oggi quella del Sole 24ore) e la necessità di ritrovare "orgoglio" di appartenza.
Non discuto della giustezza degli argomenti ma mi permetto di discuterne l'efficacia, per così dire pedagogica: dire che si è 'declassati' genera depressione (a maggior ragione se il dato è indiscutibile e oggettivo) e non si capisce dove dovremmo trovare la forza, lo stimolo per ritrovare l'orgoglio (concetto invece per sua natura soggettivo e individuale). Il richiamo sacrosanto e condivisibile a trovare idee nuove, voglia di sperimentazione, capacità progettuale rischiano di apparire come l'incoraggiamento del maestro che ha deciso di bocciare l'allievo irrecuperabile.

venerdì 8 agosto 2008

Vestroni rispetta il suo impegno: ecco il programma

Il Prof. Vestroni, candidato a Magnifico Rettore, aveva annunciato la pubblicazione del programma elettorale prima della pausa estiva. Ed eccolo qui: scaricabile dalla pagina dedicata ai programmi a cura dell'Ufficio Elettorale e nella nostra versione in html.
Se c'è un vantaggio ad avere ingegneri tra i candidati è che scrivono con grande chiarezza. Ed è un piacere leggerli.
C'è anche una risposta (indiretta e probabilmente non voluta) al Ministro Gelmini (v.Sole 24ore del 13 luglio 2008) che riportiamo:
Considerare visioni alternative il modello humboldtiano che sarebbe della vecchia Europa e il modello americano è una incolta semplificazione
Che è - come si dice - tutto un programma.

mercoledì 6 agosto 2008

In attesa


Travaglio @ Sapienza / Spettatori
Inserito originariamente da turydddu

domenica 3 agosto 2008

Alleanza delle facoltà umanistiche

Grazie all'iniziativa di un'associazione studentesca della facoltà di Scienze della comunicazione (sdc-officina) siamo in grado di ascoltare alcuni interventi del consiglio di facoltà. Un'opportunita unica che ci ha consentito di conoscere la felice conclusione della querelle "antropologica" (una conclusione di cui avevamo notizia da un commento di un nostro lettore). Grazie a queste registrazioni siamo venuti a conoscenza dell'opinione di Mario Morcellini sulle elezioni del rettore. Il preside, nel suo intervento, annuncia che la facoltà non ha proposto un "candidato di ateneo" e che è promotore di un'alleanza delle facoltà umanistiche in grado di raccogliere molti voti da far pesare nelle elezioni. Storicamente le facoltà "non tecniche" sono sempre cenerentole di fronte alle potenti - e economicamente attrezzate - facoltà di medicina, ingegneria, architettura e scienze. Questa condizione di minorità è un dato anche di questa campagna elettorale, guardate le facoltà di provenienza dei candidati e il poco spazio riservato nei programmi ai temi propri delle scienze umanistiche; quindi evviva l'alleanza elettorale! Rimane una perplessità: vista la "polverizzazione" delle candidature (il termine è di Morcellini) come è possibile orientare il voto in modo certo e "contrattualmente" vincente? Da sempre il modo di "contare" è quello di "contarsi" tenendo unita la truppa, e oggi ancora di più. Possibile che non si trovi un candidato che si faccia promotore e campione di questa alleanza?

venerdì 1 agosto 2008

Campagna elettorale - Atto I

Questo scorcio di campagna elettorale sarà ricordata come il tentativo (a volte riuscito, a volte no) di innovare gli strumenti di comunicazione dei candidati. Insieme alle mail (strumento principe della propaganda elettorale) si sperimentano altre forme di comunicazione: primarie telematiche, siti, blog, sondaggi on-line, forum istituzionale (prima chiuso al mondo e poi aperto). Ma l'innovazione vera è nelle modalità del voto: sarà elettronico! Niente scrutatori, rappresentanti di lista e matite copiative.

Le primarie sono invenzione del raggruppamento La Sapienza che vorremmo. Partiti a razzo sono stati protagonisti della prima parte della campagna elettorale, poi, assolti i doveri pre-elettorali e individuato il ticket Martinelli-Zuliani si sono un po' spenti. Stimola l'attenzione di molti la candidatura di Avallone, forse per la mitezza, la competenza e per quel po' di paternalismo, una caratteristica che raccoglie sempre grande successo di questi tempi oscuri e incerti.

Grande vivacità di tutti i candidati. In totale sono ben otto, tutti maschi e anzianotti.

I giornali sono (per ora) i grandi assenti. L'aggressione fascista e il sempreverde schiaffo della Sapienza al Papa anche in combinato disposto, non hanno dato l'esito sperato. L'assenza del duello (Frati vs Martinelli) ha frustrato definitivamente la possibilità di raccontare una grande storia. Per questo (per adesso) i giornali hanno ripiegato sui conti della serva.

Il primo novembre, ironia della cronaca, chiunque sarà rettore si troverà a dover gestire la più clamorosa protesta del mondo universitario contro i provvedimenti di un governo. Si intrecciano posizioni politiche dei partiti (e dell'opposizione) e assunzioni di responsabilità politiche dei candidati prima della sperabile vittoria.

giovedì 31 luglio 2008

La Sapienza che vorremmo rilancia lettera di Canevacci

Il 26 giugno Massimo Canevacci rese pubblica una lettera che lamentava le scelte didattiche della Facoltà di Scienze della Comunicazione, in particolare la soppressione della materia di Antropologia Culturale come materia fondamentale del primo anno. Pubblicata sul blog della casa editrice Meltemi e stata ripresa da alcuni articoli su Repubblica e Liberazione. L'articolo di Repubblica, in particolare, provocò la reazione dei presidenti delle Aree didattiche della facoltà in quanto l'articolo contiene affermazioni in qualche caso inesatte, in altri destituite di ogni fondamento, che risultano lesive dell'immagine della Facoltà.

La lettera di Canevacci è stata pubblicata in questi giorni sul sito de La Sapienza che vorremmo.

Update [1 agosto 2008]

Pubblicate nello SPAZIO APERTO che (...) serve per alimentare il dibattito sul futuro della Sapienza fra gli elettori del rettore anche:
  • La Nota dei Presidenti delle aree didattiche in risposta a Massimo Canevacci del 04/7/08;
  • La Lettera aperta per la Facoltà di Scienze della Comunicazione in risposta a Massimo Canevacci del 04/7/08;
Update [31 agosto 2008]
Sono stati tolti tutti gli interventi relativi a Scienze della comunicazione.
Update [20 settembre 2008]
Sono stati reinseriti gli articoli pubblicati il 1 agosto.

mercoledì 30 luglio 2008

Povero travet universitario

Quando la mannaja si abbatté sul Pubblico Impiego i poveri impiegati universitari non ebbero neanche la soddisfazione di essere trattati da bersagli. Non erano passati che pochi anni da quando, da famigli quali erano vennero assunti a soggetti attivi dell'università. Un algoritmo fatto apposta per loro venne predisposto per accogliere il loro voto per il rettore. Ma se c'è da dare la caccia al fannullone, la preda - quella grossa - è tra i docenti non certo tra gli oscuri impiegati, i quali potrebbero essere sostituiti da un precario o essere precarizzati essi stessi.

***
In quel periodo i sindacati confederali e di categoria tentarono qualche timida reazione. Quelli universitari si conformarono perfettamente ai loro diretti referenti d'accademia: si protesta? si protesti!, si tratta? si tratti!.
Atteggiamento conforme ad una struttura paternalistica e autoritaria.
"Siamo una grande famiglia" dicono i padroni delle ferriere.
E i travet annuiscono ubbidienti.

martedì 29 luglio 2008

Andrà come previsto

A Guarini succederà Frati. Qualcuno ritroverà il buen retiro, altri torneranno nel villaggio gallico (federato) e altri ancora verranno cooptati (brutto termine ma ci siamo capiti) nel governo della Sapienza.
Va bene, siamo preparati. Ma tutto il dibattito che è alle nostre spalle e quello che ci è di fronte non sarà senza conseguenze: il programma di Frati fa esplicito riferimento alla libertà di espressione, Marietti richiama tensioni e emozioni dei costituenti, La Sapienza che vorremmo invoca pratiche antiburocratiche, trasparenza e democrazia. E gli altri? Continui richiami al dibattito democratico e al dialogo: tutta demagogia elettorale e autolatria? Forse. Ma a forza di leggerli e ascoltarli sedimenta in noi la convinzione che anche questi professori finiranno col crederci, qualsiasi destino gli elettori (e i vincitori) decideranno di assegnarli.

sabato 26 luglio 2008

Avremmo bisogno di un sommergibile

Avremmo bisogno di un sommergibile che ci permettesse di scendere nella Sapienza profonda e scandagliare giudizi e commenti meno azzimati. Ascoltare gorgoglii e rimbrotti di quel popolo mal rappresentato che a seguito magari di frustrazioni o delusioni proietta la sua impotenza nelle voci, nel pettegolezzo e nell'invidia. Non è ansia da voyer né ricerca antropologica. Occorre far affiorare queste voci perché da quelle dipendono i fallimenti e gli insuccessi di chi vuole veramente cambiare le cose. Stiliamo questa specie di elenco dei tipi umani, per riconoscerli/ci, dialogare con essi e dargli una speranza. Per noi e per loro.
  1. I benaltristi. Sono quelli che di fronte a qualsiasi iniziativa, anche la più innocente, gridano al c'è ben altro da fare. Gli esempi sono tantissimi. L'Università vende gadget? "Non è così che si risolvono i problemi della Sapienza". La Sapienza cerca di razionalizzare la comunicazione visiva? "Avrebbero potuto comprare più computer per gli studenti e riparare le tende alle finestre"...e via di seguito
  2. Gli ètuttounmagnamagna. Chi ci crede che lo sviluppo edilizio, gli atenei federati, l'informatizzazione, l'acquisto di beni durevoli o meno sia fatto per migliorare le cose? E' tutta corruttela per far mangiare qualcuno. Siccome poi si è un po' vigliacchi, ci si limita a fotocopiare qualche articolessa e appicciarla nottetempo alle porte.
  3. I vatuttomale. Questi sono, nella loro rassegnazione, i più nobili. Non è che non vorrebbero credere che si possa migliorare ma l'esperienza, l'incapacità di chi comanda, le continue delusioni patite li hanno convinti che andrà sempre peggio. C'è chi aspetta la pensione e chi sogna la campagna o l'università straniera (che è lo stesso) e intanto non scrivono e non studiano più.
  4. I nostalgici. E' una categoria che citiamo per singolarità. Sono quelli che hanno vissuto l'elisione dell'articolo determinativo "La" Sapienza con più rabbia. Non si capisce perché rimpannucciare logo e denominazione debba tanto far soffrire. Vivono il rosso sapienza come una specie di lesa maestà: al pontefice? (quello basso-medievale), alla buon'anima? (quello del ventennio) , a Ruberti? (il rettore che ha voluto il cambio di denominazione "Università degli Studi di Roma - La Sapienza"). Non si sa. Intanto mugugnano mugugnano.

venerdì 25 luglio 2008

Un candidato realisticamente sostenibile

[...] Questo non è quindi un programma in cui vengono elencate le cose da fare, ma l’inizio di una discussione che deve continuare sempre.
Il non programma di Luigi Campanella. No, no, è proprio un programma: policlinico, atenei federati, questione morale, riorganizzazione della “Governance”, pari opportunità e giovani.

giovedì 24 luglio 2008

L'ombra del riformismo

Finalmente la risposta ombra del ministro Mariapia Garavaglia a Mariastella Gelmini Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca.
Sul Sole 24Ore di oggi un lungo articolo sui provvedimenti del governo.
L'esponente del Pd sembra rimprovare al governo di aver fatto poco bene piuttosto che troppo male.
La legge Ruberti permette già alle università tradizionali di fare quello che sembra attribuito esclusivamente alle università fondazioni. E nonostante queste potenzialità, l'onorevole si domanda perché il sistema non è decollato. La risposta è nel non aver adeguate le procedure di governo degli atenei autonomi. Mentre gli atenei diventavano autonomi si lasciava il sistema barocco rappresentato dal "rettore, consiglio di amministrazione, senato accademico, facoltà, dipartimenti, corsi di studio e quant'altro". Invece di lasciare agli atenei il potere decisionale voluto da Ruberti si è voluto introdurre controlli centralistici del ministero.

Il Pd (l'opposizione responsabile) invita il governo a discutere e approvare nuove norme di legge sulla governance degli atenei piuttosto che approfondire i tagli alla ricerca e ai salari (tra l'altro difficilmente gestibili dal punto di vista delle norme).

Non c'é che dire, questo Partito democratico non manca di coraggio (o - secondo qualcuno - di istinto suicida).
L'opposizione, invece di accarezzare la tigre della protesta (un vero e proprio blocco sociale che va dai precari ai baroni iperprivilegiati) preferisce intessere un dialogo con il governo per finanziamenti meritocratici e nuove regole per il governo delle università.

Di sicuro una posizione che riuscirà a scontentare tutti e senza costruire alcunché. Pensiamo veramente al duo Tremonti-Gelmini che discute con Veltroni-Garavaglia sul futuro radioso dell'università?

Siamo gli ultimi a preferire demagogie e opportunismi quando c'è in gioco il destino del paese. E allora, perché la Garavaglia non è conseguente al suo stesso ragionamento e non apre un confronto con il mondo accademico domandando ai docenti cosa ne hanno fatto dell'autonomia voluta e concepita da Ruberti?

Se la sinistra parlamentare vuole mantenere viva l'eredità del ministro (e professore) Ruberti tenga conto della sua lezione: nonostante la freddezza (anche dell'accademia) e l'ostilità e la diffidenza dei molti, il ministro Ruberti fu consapevole che la costanza e la tenacia avrebbero consentito di costruire la più profonda riforma dell'Università italiana.
Mi pare - non vi offendete - che questi politici sono di una pasta un po' diversa.

mercoledì 23 luglio 2008

Aggiornamento

Ci tocca (e ne siamo felici) fare una correzione al post che lamentava il silenzio dei candidati sulla clamorosa protesta che serpeggia nel mondo universitario sulla manovra del governo.
Un articolo di Libero riporta le posizioni di Orlandi e Frati che promettono battaglia. A queste dichiarazioni (di cui avevamo comunque già sentore) si aggiunge un post del professor Avallone. Il candidato aggiunge la sua critica alla manovra. Non solo. Fedele al ruolo che si è voluto ritagliare di interprete del come e cosa deve fare il Rettore distilla anche questa riflessione che riportiamo:
In questo contesto, la campagna elettorale per il rinnovo del rettore della Sapienza sollecita una riflessione sul ruolo politico del rettore stesso, il quale – oltre a governare la complessa macchina organizzativa dell’Ateneo – dovrà divenire interlocutore autorevole delle istituzioni. E allora penso a un rettore che sappia far valere le istanze del mondo accademico, che riesca a trovare un canale di dialogo con il sistema politico, che riceva la giusta attenzione dalla stampa.

Ho l’impressione che sulla necessità di contrastare un decreto legge ingiusto e penalizzante siamo tutti d’accordo. Forse dovremmo iniziare a riflettere sulla possibilità di realizzare un cambiamento di mentalità, di sviluppare un nuovo modello di governance della nostra università, di cui il rettore sia leader riconosciuto e riconoscibile, anche all’esterno.
Una risposta perfetta alle nostre più sfrenate inquietudini politologiche.

Rimane in silenzio (per ora) La Sapienza che vorremmo. Un silenzio inconsueto per un gruppo che più di altri ha impostato la campagna elettorale come 'parte politica'.

Update:

Riflessione (lunga) di Zuliani e di Marietti sul forum

Per completezza di informazione citiamo anche il consueto (e puntuale) commento di Biader che introduce un po' di sano realismo...

L'elettorato (attivo) ci salverà?

Ha ragione il prof. Morcellini dichiarando ad un giornale di non vedere discontinuità con la vecchia accademia?

Perso il mordente del duello Frati-Martinelli (ed è una fortuna per i duellanti, perché c'è sempre il terzo che gode) i commenti si fermano al conteggio degli elettori assegnati a ciascun candidato.

L'unico brivido elettorale sembra affidato a questa specie di sindrome Putin: Frati vincerà se invece di eleggere un suo amico alla presidenza di medicina lascerà libera la poltrona ad altri (?).

Ragionamento bislacco. Magari è il nostro ingenuo punto di osservazione che non riesce a cogliere le sottili sfumature politiche dietro questa "polemica".

Noi ci affidiamo pervicacemente ad altro. Oltre i corporativismi ingessati e i calcoli personali di sederi in cerca di poltrona, pensiamo a quell'elettorato di docenti, studenti e personale tecnico amministrativo che giudicano e votano secondo opinione e secondo programmi. Quella maggioranza reale che alla fine onora e celebra ogni atto di democrazia.

martedì 22 luglio 2008

Il silenzio del candidato

Qualche tempo fa ci interrogavamo su questa strana contraddizione: un'elezione politica in cui i candidati (e i raggruppamenti che li rappresentano/sostengono) non fanno politica.
Prendete i provvedimenti del governo (DL.112) e la minaccia serissima di non aprire l'anno accademico. Crediamo che gli elettori abbiano il diritto di conoscere l'opinione di un probabile rettore che al suo primo atto dovrà gestire la più clamorosa protesta del mondo universitario. Eppure siti, blog e foum tacciono.
Le eccezioni - il Pro rettore Frati è tra i promotori dell'assemblea di ieri e Orlandi ha fatto un post un po' di tempo fa - confermano la regola.
Con tutte queste energie elettorali in giro ci sembra troppo poco.
Update:
Che bello essere smentiti!

lunedì 21 luglio 2008

Allegoria


REMBRANDT, Lezione di anatomia del Dott. Tulp, 1631

sabato 19 luglio 2008

Poi i prof sparigliarono tutto

Perché il racconto era lì bell'e pronto e neanche troppo banale. Destra contro Sinistra. Medicina contro Fisica. L'Alfiere (nero) del Potere contro l'Alfiere (bianco) della Laicità.
Il Messaggero attribuisce al prof. Martinelli una firma alla lettera dei contrari all'invito del rettore al Papa, tanta l'ansia di costruire l'epica.
Poi i giovani di Alleanza Nazionale prendono le distanze dal prof. Frati. Il prof. Martinelli costituisce un ticket con il prof. Zuliani, il prof. Orlandi propone la sua candidatura ricordandoci che la scorsa volta, per un soffio, non vinse il confronto con il prof. Guarini.
Poi c'è il prof. Avallone, definito da alcuni l'outsider, che si aggiudica anche l'endoserment dell'ex direttore amministrativo Jolanda Semplici, che nelle complesse geometrie accademiche qualcosa vorrà pur dire.
Poi ci sono i comprimari - che tanto comprimari non sono - (prof. Marietti, prof. Vestroni, prof. Campanella) decisi a contare e a contarsi.
Insomma il confronto si fa meno intellegibile per noi comuni mortali ma sicuramente più articolato.
Poi vedremo come andrà a finire.

venerdì 18 luglio 2008

Le chiavi della Sapienza 4/4

(via wordle.net)

Programma Martinelli / Zuliani

giovedì 17 luglio 2008

Le chiavi della Sapienza 3/4

(via wordle.net)
Programma del prof. Avallone

mercoledì 16 luglio 2008

Le chiavi della Sapienza 2/4

(via wordle.net)


Programma del Prof. Luigi Frati


martedì 15 luglio 2008

Le chiavi della Sapienza 1/4

La Sapienza ha scelto di presentarsi alle nuove matricole con il "tema" delle parole chiave. Declinata in tutte le lingue del mondo campeggia in tutti i manifesti e le locandine. Anche noi abbiamo voluto giocare con le parole. Abbiamo preso i programmi elettorali e li abbiamo trasformati in immagine con la grandezza delle parole proporzionale alla loro frequenza. Non saltate a conclusioni. E' solo un gioco. (via wordle.net).


Programma del prof. Marietti


lunedì 14 luglio 2008

Del perchè tanti docenti aspirano al Rettorato

Sono otto (dieci contando i pre-prescelti dalle primarie promosse dai volitivi) i professori che hanno deciso di candidarsi al governo della Sapienza. Perchè tanti docenti? La domanda rischia di essere ingenua. Il corpo accademico si divide in due: il Magnifico Rettore e quelli che vorrebbero diventarlo. Ma questa è una battuta. La vivacità del dibattito di questi mesi ha bisogno di cercare altre risposte, più profonde e meno banali. Noi non possediamo le risposte. Facciamo solo ipotesi.

1. L'eredità "collegiale" del professor Guarini

Il quadriennio precedente è stato caratterizzato da una forte impronta collegiale (23 professori tra prorettori, delegati e presidenti di commissione). Questa oligarchia (nel suo significato tecnico) ha ampliato responsabilità e strumenti di esercizio del governo. I candidati possono esercitare questa doppia vocazione; capo e/o ministro del governo.

2. Orgoglio di categoria

Dai tempi di Mirafiori che una categoria sociale non subiva tante umiliazioni. Non solo viene intaccato il prestigio degli accademici ma addirittura il proprio stipendio. Le esigenze dell'università e della ricerca vengono trascurate a favore di camionisti e piloti d'aereo e il governo sfida gli atenei a cercarsi da soli finanziamenti e risorse. La Sapienza, suo malgrado, diventa simbolo e bersaglio di questo accanimento. I docenti reagiscono (non importa se consapevolmente) con un rinnovato protagonismo esponendosi con le loro idee e la loro richiesta di consenso.

3. Mutazione genetica

La figura del Rettore sta cambiando: la complessità dei problemi, la velocità dei cambiamenti, la globalizzazione dei processi di innovazione devono trovare forme di governo più moderne. L'alto numero di candidati rappresenterebbe una specie di 'diversificazione della specie' per trovare le caratteristiche necessarie per affrontare uno stadio evolutivo nuovo.

4. Federalismo

Quale sia il destino della Sapienza il processo federale è ormai irreversibile. Gli Atenei Federati sono una realtà. La discussione sui rapporti tra centro e periferia, destinazione di fondi e ricerche d'identità scientifiche sono tematiche che appassionano tutti. In molti vogliono trovarsi all'appuntamento che cambierà profondamento l'ateneo più grande d'Europa.

venerdì 11 luglio 2008

Marchingegno

Alla redazione di Italia Oggi potrebbe essere in funzione una sorta di marchingegno cibernetico. In ingresso si prendono fatti e personaggi dell'attualità e in uscita escono storie, notizie e commenti  indiscreti (titolo della rubrica). Oggi per esempio si fa un bizzarro pout-porri tra  il comizio di Piazza Navona e la nota vicenda della visita del papa alla Sapienza. Il confronto vorrebbe essere divertente (forse satirico) ma l'analogia - concedetelo - è un po' stiracchiata: Sabina Guzzanti come Rettore. Marco Travaglio e Curzio Maltese (invitati a presentare i loro libri alla manifestazione Estate alla Sapienza)  testimoni di un'operazione anticlericale. Ora, è vero che i personaggi citati pontificano molto ma opporli al Santo Padre ci sembra un po' eccessivo. 

Ieri il marchingegno ha rischiato di fare tilt (si nota anche dalla sintassi). Il casus è la Laurea honoris causa (scusate il bisticcio) al Premio Nobel Muhammad Yunus. Secondo il rubrichista, in molti si aspettavano che la laurea venisse conferita dalla facoltà di Economia e non da quella di Scienze politiche...vabbé. Ma la conseguenza è stupefacente:

   E la voglia di alcuni di mettere i bastoni tra le ruote alla candidatura del preside di economia, Attilio Celant, non si contano più a Piazzale Aldo Moro, all'ombra della statua di Arturo Martini dedicata alla Minerva...

giovedì 10 luglio 2008

Parallelismi

Piero Marietti pubblica sul forum l'intervento tenuto all'assemblea (speriamo che gli altri candidati seguano l'esempio) e spiega come le motivazioni  del processo di articolazione in Atenei Federati siano molto simili a quelle che hanno originato il modello 3+2 della riforma didattica, croce e delizia delle università di questi ultimi anni.  E questo parallelismo consente al professore di avvertire delle possibili nefaste conseguenze: [...] non succeda quanto avvenuto sul 3 + 2, che ha visto scatenarsi una massiccia e spesso ridicola corsa all'oro del ci sono anche io [...]).

Tutta la questione degli Atenei Federati può  dare impulso ad un recupero di capacità di intervento nella società italiana. Una capacità che La Sapienza aveva e deve recuperare...

Quella di Marietti è una doppia candidatura: come Rettore e come campione di un  passaggio radicale di struttura istituzionale e costituzionale che vede il Magnifico non più  come monarca assoluto  ma come primus tra pari  con poteri attenuati e con l'esercizio dell'umiltà.

Una trasformazione possibile solo a condizione di trovare l'entusiasmo e la tensione proprie dei "Padri Costituenti".