giovedì 12 giugno 2008

La tentazione aziendalista

Sul Forum Sapienza il professore Ugo Biader affida un paio di spunti in chiave di metafora (che potete leggere su questo blog) per arrivare alla terza - e speriamo non conclusiva - osservazione riassumibile nel concetto che l'università deve muoversi con le regole dell'azienda. Il professore traccia così il profilo del futuro Rettore: deve essere un amministratore/manager. La Sapienza è ormai una (grossa) struttura, che produce cultura e scienza, ma che deve muoversi con le regole dell'azienda.
L'idea aziendalista è suggestiva ma (secondo noi) non funziona. Non è una questione ideologica. Il prodotto universitario non può essere regolato dalle leggi del mercato. Abbassare i costi significa abbassare la qualità del servizio e riduce l'istituzione universitaria a 'macchina per profitti' dove gli studenti/clienti rappresentano meri consumatori.

Il ragionamento proposto dal professore funzionerebbe (sempre secondo il nostro modesto parere) se l'idea di azienda-università fosse una sorta di "terza metafora". Il "mercato" come elemento di competizione tra atenei, compresenza di parametri certi di valutazione (magari con organismi terzi), aperture al mercato vero e proprio delle imprese.

Il rettore deve essere un buon manager, certo. Deve avere capacità di buona gestione e anche essere un buon politico oltre a conoscere i problemi della ricerca e della didattica. La sua etica deve essere orientata al bene comune, bene comune che guarda al presente e al futuro del suo ateneo, del suo corpo docente e dei suoi studenti ma anche del paese a cui deve esigere risorse e restituire qualità.

Non chiederei ad un candidato di rinunciare a tutto questo.