Sul Forum Sapienza il professore Ugo Biader affida un paio di spunti in chiave di metafora (che potete leggere su questo blog) per arrivare alla terza - e speriamo non conclusiva - osservazione riassumibile nel concetto che l'università deve muoversi con le regole dell'azienda. Il professore traccia così il profilo del futuro Rettore: deve essere un amministratore/manager. La Sapienza è ormai una (grossa) struttura, che produce cultura e scienza, ma che deve muoversi con le regole dell'azienda.
L'idea aziendalista è suggestiva ma (secondo noi) non funziona. Non è una questione ideologica. Il prodotto universitario non può essere regolato dalle leggi del mercato. Abbassare i costi significa abbassare la qualità del servizio e riduce l'istituzione universitaria a 'macchina per profitti' dove gli studenti/clienti rappresentano meri consumatori.
Il ragionamento proposto dal professore funzionerebbe (sempre secondo il nostro modesto parere) se l'idea di azienda-università fosse una sorta di "terza metafora". Il "mercato" come elemento di competizione tra atenei, compresenza di parametri certi di valutazione (magari con organismi terzi), aperture al mercato vero e proprio delle imprese.
Il rettore deve essere un buon manager, certo. Deve avere capacità di buona gestione e anche essere un buon politico oltre a conoscere i problemi della ricerca e della didattica. La sua etica deve essere orientata al bene comune, bene comune che guarda al presente e al futuro del suo ateneo, del suo corpo docente e dei suoi studenti ma anche del paese a cui deve esigere risorse e restituire qualità.
Non chiederei ad un candidato di rinunciare a tutto questo.