sabato 4 ottobre 2008

E Richelieu è diventato Roi Louis

Non ricordo chi per primo definì Luigi Frati come Richelieu. A noi questo soprannome non ci ha mai convinto. E se possiamo saccheggiare l'universo dumasiano (e ci sentiamo autorizzati, visto il nostro patronimico) descriveremmo il Rettore della Sapienza piuttosto come un moschettiere:
il carisma di un d'Artagnan, l'irruenza di un Porthos, i tratti di nobile generosità di un Athos, la spregiudicatezza di un Aramis.

Altro che porpora e scettro, qui si agita una piuma di guascone!

Qui chiudiamo. Ci vediamo da qualche altra parte. Grazie dell'attenzione.

Edmondo

venerdì 3 ottobre 2008

Titoli originali

Fumata bianca: Frati Rettore (almeno siamo i primi a scriverlo)

Ma cos'è la destra? Cos'è la sinistra?


In queste elezioni si fatica a cercare la sinistra e la destra se si esclude l'indagine clanica dei vari candidati e l'analisi delle loro lunghe e prestigiose carriere nell'agone della politica italiana. E questa incertezza, questa incapacità di riconoscersi parte politica non è solo segno dei tempi.
Per la Sapienza e per la sinistra - secondo noi - è qualcosa di più interno e che nasce dall'incapacità di ricucire lo strappo dopo l'ordalia feroce di 4 anni fa quando due candidati di sinistra (Orlandi e Guarini) si confrontarono per il rettorato.
A volte la sinistra fa presto a sussumere i suoi conflitti interni: solo "alleanza di potere" e " tradimento". E si va avanti così, fino alla prossima sconfitta.
Una politica di sinistra non si riconosce dalle parole d'ordine o dagli slogan e neanche dalle questioni di principio di "laicità" e "moralità" (pur importanti e meritevoli di difesa - anche drammatica) ma dai "blocchi sociali" che riesce a costruire intorno alle questioni che riguardano lo sviluppo e il benessere di un paese. Forse è un discorso sorpassato ma - visti i tempi - ci sembra quantomai attuale.

giovedì 2 ottobre 2008

Quei due click di troppo

Forse esageriamo a vedere tutto rosa dove dovremmo vedere anche i toni grigi e neri. Ma non ci sono i giornali per questo?
La vicenda del ritiro di Orlandi e Campanella e la persistenza dei loro nomi sui monitor delle cabine elettorali è un altro segno di vivacità e di colore su una vicenda che - normalmente - viene vissuta dall'università (da tutte le università) con sofferenza, rancori e polemiche astiose.
Tecnicamente le cose stanno così: questa elezione - a metà tra una votazione all'americana e una elezione di parrucconi della fine dell'ottocento - prevede la formula del ritiro della candidatura, un ritiro che naturalmente è un atto politico ma anche formale. I professori Campanella e Orlandi hanno, in data 30 settembre 2008, rinunciato alla propria candidatura esplicita. Quindi non era possibile - logicamente - togliere quei nomi dalla schermata. I candidati potranno esseri tolti solo alla eventuale prossima tornata elettorale.

Capite? Orlandi e Campanella sono presenti. Non chiedono voti. Stanno lì. Ci ricordano che la partita non si chiude con l'elezione di uno dei loro colleghi. Il futuro della Sapienza dovrà riguardare tutti.
Non devono più spiegare la loro lettera: adesso l'abbiamo capita.

mercoledì 1 ottobre 2008

Prepariamoci

Alcuni elementi ci fanno temere che nei prossimi mesi si riaprirà la stagione del "tiro al bersaglio" alla Sapienza. Sport praticato da lunga pezza e che ora potrebbe assumere nuovo vigore se l'obiettivo sarà incarnato anche dai protagonisti che si preparano a governarla.
Non è che possiamo farci molto ma è utile rifletterci da subito e decidere come affrontare la situazione. Per non dire poi: non ce lo saremmo mai immaginato.

martedì 30 settembre 2008

Forte perché autorevole

Frati e i suoi entusiasti sostenitori chiedono di chiudere con un risultato pieno questo secondo turno. Tra pochi giorni sapremo se l'elettorato provvederà ad accontentarli.
Ci pare che avere un rettore forte perché autorevole sia cosa diversa dal chiedere un candidato autorevole perché forte. Questa questione della forza è un "riflesso d'ordine" che questa campagna elettorale e Frati stesso non meritano. E' vero che questa posizione è stata fatta propria da molti docenti e da molte facoltà (guarda caso tutti quelli che non hanno partecipato al dibattito elettorale) ma non ci pare giusto che proprio questa idea costituisca la chiosa di questa bella esperienza.
Andate al voto dunque e portate con voi le vostre convinzioni. Non sarà il risultato di venerdì che cambierà il mondo.

lunedì 29 settembre 2008

Eppure il vento soffia ancora

Pare che il vento non sia un mero stormir di fronda. Continua a soffiare per il cambiamento di mentalità e di modo di intendere la partecipazione alla cosa pubblica.
Avallone e Marietti hanno scritto le rispettive dichiarazioni di rinuncia con la (per niente) scontata consapevolezza che non si è depositari di pacchetti di voto ma solo di idee e di proposte. Avallone può, a buon diritto, rivendicare di aver proposto nuove idee e nuove modalità di comunicazione e di confronto con elettori e candidati. Aggiungiamo noi: dopo di lui è stato tutto un fiorir di programmi dei 100 giorni, ruolo politico dell'università e del Rettore, attenzione sensibile alle questioni del lavoro universitario, tutti temi cari al professore e ripresi da tutti gli altri. E Marietti, a tutto questo, ha aggiunto anche lo stile brillante proprio del docente che vede con lievità tutto il mondo esterno avendone studiato parecchio i suoi meccanismi interni.
Orlandi e Campanella, magari con un linguaggio più accademico (e per noi più oscuro), ritirano la propria candidatura per proseguire il percorso per l’elezione del Rettore, al di fuori della competizione elettorale e scrivono di visione illuminata che serve per governare la complessità della sfida che ci attende.
In corsa quindi rimangono - se capiamo bene - Frati, Zuliani e Vestroni, quest'ultimo con l'obiettivo - del tutto condivisibile - di lasciare ancora spazio e tempo a ulteriori riflessioni che coinvolgano anche coloro che hanno nel frattempo ritirato la loro candidatura.

Update: [30.09.2008] Nei monitor delle cabine elettorali appaiono ancora i nomi di Orlandi e di Campanella

domenica 28 settembre 2008

Il marchese Condorcet si diverte

Dunque sarà Zuliani a sfidare Frati. Martinelli, coerente con l'impegno preso, voterà il suo co-concorrente precedentemente "battuto" alle elezioni primarie del raggruppamento de La Sapienza che vorremmo. Ancora una volta viene dimostrato il paradosso della democrazia: il sistema di votazione a maggioranza non è indipendente dall'ordine delle votazioni. Un paradosso che (a dirla tutta) potrebbe essere applicato anche agli altri docenti usciti dalle primarie.
Il professor Zuliani avrà qualche possibilità di vittoria? L'unico spiraglio possibile (ci pare) è nella conversione aritmetica di tutti i voti espressi dagli avversari di Frati e una "politica" di logoramento delle alleanze elettorali che hanno portato il successo del professor Frati. Due condizioni abbastanza improbabili. L'alta affluenza al voto rende il divario tra Frati e gli altri - se possibile - ancora più drammatico a meno di confondere la chiara indicazione dell'elettorato con delle palline di un pallottoliere da sommare aritmeticamente. Inoltre ci pare che Frati non rappresenti uno schieramento, un'alleanza da battere, semmai le alleanze sono tutte da costruire e rappresentano la grande opportunità di questi giorni.
Non capiamo l'ira del professore: il vecchio saggio cinese ci rammenta che è sempre meglio vincere che stravincere.

Tutti in piedi

Guardando avanti...

Campagna elettorale - Atto II

La campagna elettorale ha sfiorato livelli da political game. Comizi in piena regola, promesse elettorale a go-go, assetto seduttivo del professore-candidato. I giornali e i politici non ci hanno capito molto e forse anche qualche docente. Persino gli specialisti della statistica hanno pensato che l'alta affluenza potesse essere viatico per un risultato clamorosamente rovesciato a favore degli avversari di Frati, una prospettiva delusa dal risultato pieno del professore di Medicina.
Alcuni articoli usciti in questo periodo hanno provato a soffiare sul fuoco ma il vento soffiava da tutt'altra parte. Non ci siamo fatti mancare nulla, neanche una piccola dose di grillismo sottocutaneo che - per fortuna - non ha attecchito.
Si sono spalancate le porte alle istanze professionali, politiche, scientifiche e accademiche più diverse: ricercatori, donne, pacifisti, atenei federati e naturalmente studenti. A proposito di quest'ultimi, rileviamo che le corrispondenti rappresentanze di destra e di sinistra hanno cavalcato l'onda mediatica facendo un po' di guerrilla marketing.
Un dispaccio della UIL ci informò di votare Frati mentre la CISL lo invitò ad un impegnativo convegno. CGIL, COBAS e CISAPUNI non pervenute.

La civiltà è entrata nelle elezioni: centinaia di persone, sedute e rilassate, hanno aspettato che il computer calcolasse i voti. L'applauso finale per il vincitore del primo turno (né "liberatorio" né "cattivo" nei confronti degli avversari) è stato il giusto coronamento di questa grande giornata.
Grande confusione sotto il cielo quindi la situazione è eccellente.
Eleganti ritiri e voglia di andare fino in fondo. Tutte testimonianze del proprio impegno per l'università.