sabato 5 luglio 2008

Glasnost

La lettura dei messaggi sul forum Sapienza non è più limitato agli utenti di uniroma1. Evviva.

mercoledì 2 luglio 2008

Doppio legame

Perquattroanni poteva ignorare questo?

una faccenda che mi sta a cuore (via meltemiblog)

martedì 1 luglio 2008

Contro le fondazioni

Il prof. Orlandi scrive una lettera sul suo blog sul Decreto Legge n. 112 del 25 giugno 2008 che prevede la trasformazione delle Università in Fondazioni. Stigmatizza il carattere 'ideologico' del provvedimento e la sostanziale rinuncia del carattere pubblico dell'università e della ricerca.
Rischi per il personale amministrativo e docente e per i patrimoni immobiliari degli atenei.
Orlandi chiama la Sapienza alla mobilitazione. Vedremo se questo appello raccoglierà l'attenzione dei candidati.
Ci pare che questo dialogo a distanza tra chi rivendica il ruolo pubblico e chi dà per scontata la privatizzazione delle università sia un "nodo" fondamentale della campagna elettorale.

Orlandi - tra l'altro - richiama all'impegno di tutti per scongiurare il rischio che si ripresentino oggi proposte di trasformare La Sapienza in fondazione universitaria privata, come era stato adombrato da qualche candidato nella passata tornata elettorale.

lunedì 30 giugno 2008

Biader scrive la quinta puntata. Dal forum

La scelta del Rettore 5. Non più voto "di convenienza"

Quando l'università era un organo dello Stato, mantenuta con sufficienti finanziamenti, era naturale scegliere la sua Guida sulla base esclusiva del consenso. Ora il meccanismo deve cambiare perché l'università è, e lo sarà sempre di più, chiamata ad autofinanziarsi, sia che diventi fondazione sia che non. In una logica di "ridistribuzione" delle risorse statali, la sola ricerca del consenso, che legittimava la scelta del Rettore, aveva una sua ragione d'essere. Nella logica di reperimento autonomo delle risorse non può più essere solo così. Il nuovo Rettore dovrà essere capace di gestire al meglio una macchina importante (le dimensioni della Sapienza sono da grande azienda) e non potrà, né dovrà, promettere niente a nessuno. E nessuno, né persona né gruppo, dovrà aspettarsi niente in cambio del consenso dato, ma solo capacità di gestione per uno sviluppo che gratifichi tutti. Finché c'erano risorse pubbliche da "elargire", il meccanismo ridistributivo ha funzionato, anche con il gradimento di molti. Ora le risorse ridotte al lumicino non consentono più queste operazioni, se non limitate a gruppi sparuti di "soliti noti". I soli stipendi assorbono ormai quasi la totalità (94,6%) del finanziamento pubblico (FFO): questo vuol dire che, senza un rinnovato approccio alla gestione, il meglio che può capitarci sarà di prendere lo stipendio senza "poter" fare altro: niente apparecchiature, niente scambi culturali, niente biblioteche, etc.. Le "risorse aggiuntive", che pure il Rettore uscente ha saputo trovare, sono entrate "una tantum", che non vanno spese per coprire costi correnti (che si ripeteranno per tutti gli anni a venire), ma solo per investire in progetti che poi "rendano" o, qualche volta, per coprire debiti passati (che continuerebbero a pesare sul futuro).

Le puntate precedenti