lunedì 30 giugno 2008

Biader scrive la quinta puntata. Dal forum

La scelta del Rettore 5. Non più voto "di convenienza"

Quando l'università era un organo dello Stato, mantenuta con sufficienti finanziamenti, era naturale scegliere la sua Guida sulla base esclusiva del consenso. Ora il meccanismo deve cambiare perché l'università è, e lo sarà sempre di più, chiamata ad autofinanziarsi, sia che diventi fondazione sia che non. In una logica di "ridistribuzione" delle risorse statali, la sola ricerca del consenso, che legittimava la scelta del Rettore, aveva una sua ragione d'essere. Nella logica di reperimento autonomo delle risorse non può più essere solo così. Il nuovo Rettore dovrà essere capace di gestire al meglio una macchina importante (le dimensioni della Sapienza sono da grande azienda) e non potrà, né dovrà, promettere niente a nessuno. E nessuno, né persona né gruppo, dovrà aspettarsi niente in cambio del consenso dato, ma solo capacità di gestione per uno sviluppo che gratifichi tutti. Finché c'erano risorse pubbliche da "elargire", il meccanismo ridistributivo ha funzionato, anche con il gradimento di molti. Ora le risorse ridotte al lumicino non consentono più queste operazioni, se non limitate a gruppi sparuti di "soliti noti". I soli stipendi assorbono ormai quasi la totalità (94,6%) del finanziamento pubblico (FFO): questo vuol dire che, senza un rinnovato approccio alla gestione, il meglio che può capitarci sarà di prendere lo stipendio senza "poter" fare altro: niente apparecchiature, niente scambi culturali, niente biblioteche, etc.. Le "risorse aggiuntive", che pure il Rettore uscente ha saputo trovare, sono entrate "una tantum", che non vanno spese per coprire costi correnti (che si ripeteranno per tutti gli anni a venire), ma solo per investire in progetti che poi "rendano" o, qualche volta, per coprire debiti passati (che continuerebbero a pesare sul futuro).

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