venerdì 12 settembre 2008

Impennata pacifista nel dibattito elettorale

La campagna elettorale sembrava ormai scivolare nel rastrellamento a tappeto di voti "pesanti" e "decimati", quando Marco Balsi, un ricercatore del dipartimento di Ingegneria Elettronica, irrompe nel dibattito invitando i Rettori ad una riflessione sulle finalità della ricerca scientifica. Il ricercatore pubblica la lettera sul forum Sapienza, su un blog (dei Cobas?) e su Peacelink. Balsi pone ai candidati rettori un problema etico e sociale non da poco:
come intendete, se eletti, orientarvi rispetto alle attività di ricerca di diretto interesse militare svolte dai nostri dipartimenti.
Marco Balsi ricorda un comma
che fino a poco tempo era contenuto nello schema-tipo di contratto di ricerca in conto terzi della nostra Università e che recitava: “Le parti, inoltre, si impegnano a non utilizzare i risultati ottenuti per fini bellici”. Questa frase è oggi scomparsa dal modello
Chiede
che la nostra Università faccia una chiara scelta etica di astensione dal collaborare alla progettazione e realizzazione di armamenti, specialmente quando si tratta armi così odiose come le bombe cluster.
La prima risposta è di Orlandi che condivide l'importanza del tema e ricorda che
il Regolamento per il conto terzi, tuttora vigenti, continuano a prevedere esplicitamente tale esclusione (rispettivamente all’art. 14 e all’art. 3, punto h). Quindi, l’esclusione del comma nella bozza di contratto violerebbe anche tali norme interne della Sapienza.
e prende questo impegno:
Se dovessi diventare Rettore, ovviamente porrei la massima attenzione al rispetto di tale esclusione e ad una corretta e coerente stesura di tutti gli atti amministrativi di interesse.