lunedì 15 settembre 2008

Sapienza e la crisi della CRUI

Quando finalmente sapremo chi guiderà la Sapienza per i prossimi 4 anni conosceremo anche il nome di chi siederà negli scranni della Conferenza dei Rettori dell'Università Italiane (CRUI). La crisi dell'università, il suo futuro incerto, i segnali di delegittimazione (il termine è troppo "forte"?) dell'istituzione rappresentativa degli atenei italiani sottopone il Magnifico Rettore anche a questo ulteriore impegno. E il professore eletto avrà di fronte due scelte: rafforzare il ruolo istituzionale e di rappresentanza rilanciando una concreta capacità di influire sullo sviluppo del sistema universitario oppure abbandonare a se stessa questa istituzione attraversata dall'istinto del "si salvi chi può" e dall'idea che la diversità e l'autonomia delle varie realtà rendano impossibile parlare di "sistema delle università italiane".

Sarebbe quantomeno ingeneroso chiedere ai candidati di prendere posizione pure su questo. I candidati sono ormai costretti a prendere posizione praticamente su tutto: dalla ricerca bellica alla finanziaria, dai progetti edilizi a quelli informatici, dal reclutamento dei ricercatori alla nozione - nientemeno - del bene comune - potenza della democrazia!

Eppure qualche indicazione la possiamo cogliere, almeno da quei professori che si sono espressi direttamente o indirettamente. Ad esempio Frati che, nel lamentare lo scarso peso della qualità della ricerca scientifica negli indicatori per la definizione dei finanziamenti (qui il capitoletto completo) richiama
un’azione decisa in ambito Conferenza dei Rettori.
Maggior peso della Sapienza nelle decisioni della CRUI è la posizione di Orlandi. Nell'intervista a uniroma.tv (qui il video completo) il professore descrive una situazione in cui il Rettore assume un ruolo di "rappresentanza politica", un potere "presidenziale" in grado di giocare un ruolo politico anche nei confronti della CRUI "dove la Sapienza è stata sempre assente".
Avallone intervistato (qui il video completo), dichiara che di fronte al quadro politico mutato, il disagio e la mancanza di risorse rendano impossibile affidare alla sola mediazione della CRUI la "voce della Sapienza".
Crediamo che queste posizioni rappresentino - abbastanza fedelmente - lo spettro delle opinioni dei docenti della Sapienza su questo argomento; il futuro della CRUI e il suo ruolo nel paese sarà determinato anche da quel docente che indosserà l'ermellino insieme ai suoi pari. Tra pochi giorni.