lunedì 1 settembre 2008

È il momento degli Atenei federati

Tre atenei federati su cinque decidono di presentarsi all'elettorato e ai candidati come soggetto politico. Un documento firmato dai tre presidenti (prof. Salvatore Dierna, prof. Carlo Angelici e prof. Roberto Palumbo) pone l'attenzione su tre questioni piuttosto delicate: le materie di competenza della Sapienza, la disponibilità autonoma del personale e l'autonomia di bilancio. Il documento richiede l'attenzione sui punti programmatici proposti tanto più rilevanti poichè provengono da Atenei che hanno rinunciato a porre una esplicita candidatura. Argomento di per sé deboluccio: nessun candidato è candidato di Ateneo (neanche il Presidente dell'AST Martinelli - ci pare - a posto la sua candidatura in questi termini) e questo
il prossimo Rettore deve essere eletto da una maggioranza ampia così da esercitare il proprio mandato, all'interno ed all'esterno dell'Università, con la massima autorevolezza. Occorre quindi evitare il rischio di contrapposizioni che conducano di nuovo ad elezioni vinte a stretta misura.
rischia di essere interpretato come una chiara dichiarazione di voto per Frati, una riproposizione in salsa accademica del 'voto utile'.
Il problema è che le contese accademiche non possono essere regolate con le categorie classiche della politica (un errore - secondo noi - commesso da La Sapienza che vorremmo) . La democrazia accademica si esercita con un volto e un nome intorno al quale si riconosce la corporazione (di facoltà, di dipartimento e - forse - di Ateneo). Gli accordi, le alleanze, gli spostamenti di voto, gli aggiustamenti programmatici sono parti costituenti degli scrutini. Una cosa che, per fortuna, gli 8 candidati hanno capito bene.