lunedì 14 luglio 2008

Del perchè tanti docenti aspirano al Rettorato

Sono otto (dieci contando i pre-prescelti dalle primarie promosse dai volitivi) i professori che hanno deciso di candidarsi al governo della Sapienza. Perchè tanti docenti? La domanda rischia di essere ingenua. Il corpo accademico si divide in due: il Magnifico Rettore e quelli che vorrebbero diventarlo. Ma questa è una battuta. La vivacità del dibattito di questi mesi ha bisogno di cercare altre risposte, più profonde e meno banali. Noi non possediamo le risposte. Facciamo solo ipotesi.

1. L'eredità "collegiale" del professor Guarini

Il quadriennio precedente è stato caratterizzato da una forte impronta collegiale (23 professori tra prorettori, delegati e presidenti di commissione). Questa oligarchia (nel suo significato tecnico) ha ampliato responsabilità e strumenti di esercizio del governo. I candidati possono esercitare questa doppia vocazione; capo e/o ministro del governo.

2. Orgoglio di categoria

Dai tempi di Mirafiori che una categoria sociale non subiva tante umiliazioni. Non solo viene intaccato il prestigio degli accademici ma addirittura il proprio stipendio. Le esigenze dell'università e della ricerca vengono trascurate a favore di camionisti e piloti d'aereo e il governo sfida gli atenei a cercarsi da soli finanziamenti e risorse. La Sapienza, suo malgrado, diventa simbolo e bersaglio di questo accanimento. I docenti reagiscono (non importa se consapevolmente) con un rinnovato protagonismo esponendosi con le loro idee e la loro richiesta di consenso.

3. Mutazione genetica

La figura del Rettore sta cambiando: la complessità dei problemi, la velocità dei cambiamenti, la globalizzazione dei processi di innovazione devono trovare forme di governo più moderne. L'alto numero di candidati rappresenterebbe una specie di 'diversificazione della specie' per trovare le caratteristiche necessarie per affrontare uno stadio evolutivo nuovo.

4. Federalismo

Quale sia il destino della Sapienza il processo federale è ormai irreversibile. Gli Atenei Federati sono una realtà. La discussione sui rapporti tra centro e periferia, destinazione di fondi e ricerche d'identità scientifiche sono tematiche che appassionano tutti. In molti vogliono trovarsi all'appuntamento che cambierà profondamento l'ateneo più grande d'Europa.